Gravidanza e sessualità

di Barbara Caiulo

La sessualità in gravidanza è nuova.

Può far rimanere a bocca aperta, può deludere, può renderci ancora più belle oppure mettere in crisi la nostra autostima

Durante la gravidanza il corpo cambia e la donna deve fare i conti con la sua evoluzione

L’uomo vive insieme alla sua compagna un’esperienza nuova, che può attrarlo a lei oppure aumentare il suo livello di protezione personificando la donna come fragile.

La sessualità può evolversi durante i vari trimestri di gravidanza.

Non è escluso che la donna durante il primo trimestre si senta più stanca, spossata, che soffra di nausee o che la gravidanza possa essere a rischio.

A volte l’assunzione del progesterone può causare un cambiamento sui genitali e gonfiore intestinale 

Nel secondo trimestre la gravidanza inizia a consolidarsi, i capelli sono più folti, il viso è più carino ed il desiderio sessuale potrebbe aumentare.

L’incremento di ossitocina concede alla donna di sperimentare il tocco su sé stessa, la masturbazione e l’aumento della libido.

Nel terzo trimestre, il corso di preparazione alla nascita, aiuta la coppia a trovare gli strumenti per riscoprire una sessualità nuova.

Basata sulla giocosità come una cena che riesca ad aumentare la complicità di coppia, un massaggio sul corpo o un bel bagno insieme.

Com’è la sessualità nelle varie fasi del travaglio?

Durante la fase prodromica la coppia è attiva a livello fisico la stimolazione del capezzolo, aumenta il desiderio sessuale, a livello psichico la donna entra nel “sentire”, è consapevole che avverrà l’incontro col bambino

Durante la fase del travaglio attivo a livello fisico la sessualità è nello sguardo, nella condivisione del momento, il tocco cambia ed è una fase in cui l’istintività cavalca le onde del travaglio

Nel periodo della latenza potrebbe esserci un recupero delle energie, la donna potrebbe avere voglia di mangiare e bere, è pronta ad accogliere.

Durante periodo espulsivo si ha necessità di un ambiente più raccolto, si fa fatica ad aprire gli occhi, si attiva una forte richiesta di sostegno e la donna cerca un rapporto di fiducia col bambino

invece durante la fase di secondamento le zone più sollecitate sono i capezzoli e la vulva.

La donna richiede attenzioni.

Nelle prime due ore dopo il parto le endorfine aumentano, avviene l’incontro e la zona fisica più sollecitata è il seno.

La donna potrebbe essere stanca, soddisfatta e c’è un ritorno alla razionalità

La sessualità nel dopo parto

L’esperienza del parto e come è stata sentita, diventa la base della sessualità futura.

Il parto e l’esperienza della nascita non sempre coincidono e bisogna fare i conti con questo

Come ci sentite durante il parto? Com’è la mia autostima ora?

Vivere l’esperienza del parto e della nascita ci mette in relazione con altre figure ed è importante capire come queste persone ci hanno fatto sentire e soprattutto come il partner ha vissuto l’evento

Quando si torna a casa il tempo a disposizione è prezioso, la relazione tra la donna, il partner e il bambino si evolve, bisogna avere tempo per conoscersi e per capire di cosa ha bisogno il bambino.

Durante i primi tre mesi l’unico punto di riferimento del bambino è la mamma ed il ruolo del partner è di protezione della coppia mamma-bambino

La donna ha bisogno di tempo per ristabilire la sua identità femminile, deve imparare ad accettare il seno voluminoso, le smagliature, la cicatrice, ha sonno ed è stanca

Mentre il partner ricostruisce la sessualità verso nuove gioie legate alla relazione, può essere una risorsa nel scoprire nuovi modi di vivere la sessualità 

Quali sono le strategie giuste?

Sperimentare nuovi luoghi per fare l’amore, non pensare che per avere rapporti bisogna aspettare la prima visita dopo il parto, ma è importante capire quando ci si sente pronti

Riflettere sulle sensazioni che il partner ha vissuto assistendo al parto, fare rete con altre donne e partecipare ai gruppi di sostegno per i papà.

Anche durante la gravidanza e dopo, la sessualità è in continua evoluzione, il segreto è la consapevolezza, l’ascolto del corpo e il dialogo.

E’ un processo lento, che ha bisogno di tempo e di elaborazione delle emozioni